Due sono gli elementi indispensabili per la formazione di un temporale, l’instabilità atmosferica determinata da aria fredda in quota e aria calda al suolo e l’umidità. Infatti, quando questi due elementi risultano insufficienti, anche il passaggio di un fronte freddo può non dar luogo a temporali.
I temporali possono svilupparsi quasi ovunque sul nostro pianeta. Naturalmente alcune zone sono soggette a fenomeni più violenti come il Mid-west degli Stati Uniti, dove le forze in gioco (cioè l'aria fredda canadese e l'aria caldo-umida proveniente dal Golfo del Messico) creano contrasti talmente violenti da essere unici, tali da concorrere alla formazioni dei famosi tornado americani. In Europa tali contrasti sono più blandi, ed inoltre entra in gioco anche l’orografia, specie su un territorio come quello Italiano.
Possiamo avere due tipi di temporali, di calore e temporali frontali, i primi sono fenomeni abbastanza frequenti in Pianura Padana; sono favoriti da un'alta pressione stabile da parecchi giorni. In questo caso, la pressione si livella a tutte le quote favorendo la diminuzione dei venti orizzontali che inibiscono lo sviluppo delle termiche. Inoltre, specie in Estate, tale situazione crea aria umida e stagnante nei bassi strati indispensabile per la formazioni di temporali di calore. I temporali si sviluppano quasi sempre nel pomeriggio sui rilievi e nel tardo pomeriggio o in serata in pianura, proprio perché l'attività cumuliforme raggiunge il picco massimo nel primo pomeriggio sui rilievi dove entra in gioco l’orografia, mentre in pianura comincia a salire l’umidità mentre persiste ancora il caldo accumulato in giornata.
I temporali frontali (fronte freddo) sono i più violenti e sono generati dall'aria fredda che incuneandosi bruscamente sotto l’aria calda-umida la solleva bruscamente innescandone il moto convettivo. Portano a considerevole calo della temperatura ed a un rapido miglioramento delle condizioni del tempo dopo poche ore dal loro passaggio.